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Perché parliamo di funnel… ma dimentichiamo la fiducia

Negli ultimi anni ho parlato con decine di aziende B2B che avevano fatto “tutto giusto”.
Avevano attivato campagne, realizzato contenuti, messo in piedi funnel anche ben progettati.
Eppure… i risultati non arrivavano.

La frase più frequente che mi sento dire?

“Abbiamo traffico, ma non converte.”

Il motivo è spesso molto semplice: il traffico non converte perché il brand non parla.
O meglio: non comunica in modo chiaro, rilevante e credibile chi siete, perché fate la differenza e perché un prospect dovrebbe fidarsi di voi prima ancora di compilare un form.

Il branding non è un logo: è una leva di performance

C’è un equivoco diffuso nel marketing B2B: pensare che il brand sia solo immagine o storytelling.
Nel nostro lavoro, invece, vediamo ogni giorno che un posizionamento forte è ciò che determina la qualità della performance.

Quando il tuo brand è chiaro:

  • L’utente capisce in pochi secondi cosa offri
  • Il valore percepito sale
  • Il tempo di conversione si accorcia
  • La fiducia si attiva subito

Al contrario, un brand generico o incoerente rende tutto più faticoso: il CPL si alza, il funnel rallenta, la qualità dei lead si abbassa.

Come capire se è un problema di branding?

Ti condivido 3 segnali tipici che indicano che il tuo brand sta rallentando le performance, anche se il funnel è tecnicamente a posto:

Il tuo sito non comunica in 5 secondi

Mostralo a una persona esterna. Capisce chi siete, cosa fate e per chi? Se no, hai un problema di chiarezza iniziale.

Ogni canale parla una lingua diversa

Il tono del sito è istituzionale, su LinkedIn siete più informali, nelle DEM non vi si riconosce.
Questo crea dissonanza. E la dissonanza uccide la fiducia.

Manca un messaggio distintivo

Parlate di “soluzioni innovative per le aziende”? Peccato che lo dicano tutti.
Nel B2B, l’indifferenza è peggio del disappunto.

Il funnel funziona solo se parte dal posizionamento

Ti faccio un esempio pratico.
Due aziende vendono la stessa soluzione software.
Una si presenta con un claim generico, design standard, testimonianze vaghe.
L’altra ha un tono distintivo, un messaggio verticale per un target chiaro, un visual coerente.

Risultato? La seconda ha avuto +42% di conversioni e -29% di CPL.
Stesso funnel. Stesso budget. Ma un brand costruito con consapevolezza.

E quindi… da dove si parte?

Da qui:

  1. Definisci il tuo posizionamento
    Chi vuoi essere per il tuo mercato? Qual è la promessa chiave che puoi sostenere?
  2. Allinea tutti i touchpoint
    ADV, sito, DEM, LinkedIn: devono raccontare la stessa storia, con la stessa voce.
  3. Misura sia i numeri che la percezione
    I KPI come CR, CPL e CAC contano.
    Ma anche il brand lift, il traffico diretto, la brand recall.
  4. Metti il brand al servizio del funnel
    Non serve solo “comunicare bene”. Serve farlo con una direzione chiara e una promessa rilevante.

Vuoi capire se il tuo funnel è frenato dal brand?

Abbiamo preparato una guida operativa dove ti mostro:

  • I 5 errori più comuni che compromettono la conversione
  • Come inserire il branding nel design del funnel
  • Esempi pratici, KPI reali, modelli testati

Scrivici per scaricare la nostra guida gratuita o se vuoi analizzare il tuo caso con noi

Un buon funnel non basta. Serve un brand che spinga nella stessa direzione.

Nicolo Maria Mutarelli

Dicono che sia affidabile, empatico, divertente e creativo; lui ci crede poco ma si fida molto del prossimo e dei complimenti? Non ha paura delle imprese impossibili e non si ferma mai fino a quando non arriva dove intende arrivare. Ama la sua famiglia e il suo team come se fossero la stessa cosa, sa di essere permaloso anche se lo nega in modo imbarazzante.