Instagram è spesso percepito come un canale “consumer” e poco adatto al marketing B2B. Nulla di più sbagliato.
Hai mai cliccato su “Metti in evidenza” dopo aver pubblicato un post su Instagram o Facebook?
Probabilmente sì.
Il Boost Post è lo strumento più veloce per promuovere un contenuto. Ma anche il più frainteso.
Nel marketing B2B, capirne limiti e potenzialità è fondamentale per non sprecare budget e per costruire funnel efficaci.
1. Cos’è (tecnicamente) un Boost Post
Il Boost Post è una funzione rapida di Meta Ads che permette di trasformare un contenuto organico in un contenuto sponsorizzato, direttamente dal feed.
Cosa fa:
- Amplifica la visibilità di un post pubblicato
- Raggiunge un pubblico più ampio rispetto al solo organico
- Permette targeting base: luogo, età, genere, interessi
- Aggiunge una CTA (es. “Scopri di più”, “Contattaci”)
2. Cosa non è un Boost Post
Il Boost Post non è una campagna professionale. Ha limiti evidenti:
- Non consente targeting avanzato per job title, settore o comportamento
- Non è possibile impostare funnel multistep o remarketing evoluto
- I tracciamenti (Pixel, eventi, conversioni personalizzate) sono spesso semplificati o assenti
- Non permette test A/B, esclusione di audience o controllo puntuale del budget su più asset
Nel B2B, dove il ciclo di vendita è più lungo e la profilazione fondamentale, questi limiti pesano moltissimo.
3. Quando ha senso usarlo
Nonostante i limiti, il Boost Post può avere senso in contesti specifici:
- Validazione messaggi: testare rapidamente se un contenuto genera interesse
- Aumentare reach di post chiave (es. lancio guida, video educativo, evento imminente)
- Amplificare social proof: post con molte interazioni possono rafforzare la percezione del brand
Ma solo se il contenuto è già performante in organico.
4. Quando evitarlo
Nel B2B, evita di usare il Boost Post per:
- Generare lead qualificati (meglio campagne con form dedicati o landing ottimizzate)
- Fare retargeting o funnel sequenziali
- Intercettare decision maker con messaggi personalizzati
In tutti questi casi, meglio costruire una campagna completa su Meta Ads Manager, con controllo di:
- Formati
- Obiettivi (conversione, traffico, lead gen…)
- Segmenti di pubblico personalizzati o CRM-based
- Tracciamenti avanzati
5. La strategia corretta: dal contenuto alla performance
Step consigliato:
- Pubblica contenuti di valore sul feed
- Valuta le performance organiche (salvataggi, clic, interazioni)
- Se performano bene, considera il Boost Post solo per aumentare reach
- Se vuoi raccogliere lead → costruisci una campagna da zero
- Integra ADV con funnel di nurturing, automazioni, e tracciamenti
Il Boost Post è un amplificatore, non un generatore.
Conclusione
Il Boost Post può essere utile, ma è solo una tattica parziale.
Nel B2B, se vuoi davvero:
- aumentare la reputazione del brand,
- raccogliere lead qualificati,
- e sostenere la rete vendita con dati utili,
serve una strategia completa.
Con funnel, KPI, formati coerenti e una visione di medio periodo.