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Penserete che sono pazza…e forse lo sono davvero.?
In realtà sto cercando di contrastare il mio sabotatore interno (in fondo all’articolo vi dirò chi è).

Ho la fortuna di confrontarmi quotidianamente con diverse persone con attitudini e competenze diverse e questo mi ha permesso di misurarmi e di conoscermi maggiormente.
In questo continuo ascolto di me stessa si è sempre di più affermata la constatazione che ho dei freni che vorrei con tutto il cuore eliminare.

Sono una donna empatica, emotiva, che prende la maggior parte delle proprie decisioni di pancia. Tuttavia, quando devo presentare un mio lavoro al team o ad un cliente aspetto, studio, faccio ricerca, spesso più del dovuto.

Credo di avere scoperto l’origine di questi comportamenti e vorrei condividerli sperando di poter aiutare qualcun altro. ?

Seconda figlia di tre, ho sempre dovuto fare di più, dimostrare per ottenere l’attenzione che avrei voluto (nel mio percepito, si intende). E non sempre il giudizio finale altrui rispecchiava il mio desiderata.

Procrastinare: perché?

A volte, questa pressione è tale da portarmi a procrastinare. Ma, attenzione, non mi definisco un procrastinatore seriale: quello che tende alla pigrizia e all’indulgenza. Io sono l’opposto, mi impegno molto a tal punto che finchè non ritengo che il mio lavoro sia perfetto non lo presento.

Ma anche questo non va bene!

Il procrastinatore perfezionista continua a lavorare su qualcosa con l’intenzione di renderla perfetta, senza mai darla alla luce, ovvero senza mai renderla visibile, senza attuare quell’azione che rivela agli altri la sua creazione, non completa mai l’opera. La tiene per sé, fintanto che sente in cuor suo che sarà perfetta. Continua a fare, a cercare di migliorare quello che sta creando. In questo caso la gratificazione immediata che prova sta nel sollievo di sistemare alla perfezione i dettagli del proprio lavoro.

Questa azione è un sollievo perché dietro la tendenza a inseguire un ideale di perfezione c’è l’ansia legata al sentire di non essere adeguati.
A questo si somma la paura del giudizio degli altri, radicata anch’essa nel timore di non andare bene così come si è e quindi di essere giudicati per quello che si sta facendo.

OGGI PROCRASTINARE È IL MALE

In un mondo in cui la velocità ha un valore a volte più alto della qualità, procrastinare è il MALE. Soprattutto perché nel settore in cui lavoro, nel digitale, andare online con un beta test è la consuetudine. Anzi – è consigliato, perchè non puoi avere la presunzione di prevedere il comportamento dell’utente prima di uscire online, e quindi sistemi il progetto SOLO DOPO aver OSSERVATO il comportamento delle persone.

La soluzione: la quantità

Quello che vi sto per dire credo abbia un senso (e ammetto che mi alleggerisce molto).

La qualità si ottiene con la quantità.

Più volte esegui un’operazione, la stessa e più ne diventerai esperto, a tal punto che non ti preoccuperai più della qualità nel modo errato, che frena la produttività. Quando mio figlio di 8 anni mi dice che non vuole fare il corso di sci perchè non sa sciare, gli rispondo che soltanto praticando e sbagliando si impara, che non si nasce “IMPARATI” ?. Chissà quante volte anche tu l’avrai detto!!!! Ed in fondo è lo stesso concetto.

L’eccellenza non si raggiunge con una singola ripetizione perfetta, o con una singola creazione perfetta, ma è il frutto di un’infinità di ripetizioni apparentemente imperfette.

Superare la paura del giudizio

Chi soffre di procrastinazione da perfezionismo, in modo consapevole o meno, tende ad avere paura del giudizio degli altri. Per superare questa paura, a mio parere vi sono due aspetti sui quali fare leva.
Innanzitutto riconoscerla, non serve fare finta che non ci sia. Va riconosciuta come un qualcosa di naturale, non si tratta di un’anomalia. Fa parte della nostra natura sociale, così come l’arte della procrastinazione fa parte della nostra natura animale.

In secondo luogo, per superare la paura del giudizio è necessario recuperare la motivazione intrinseca nel fare quello che stai facendo. Se fai qualcosa per andare bene agli altri, sarai sempre soggetto a questo meccanismo. Se lo fai invece con un perché più alto, generativo, più nobile, allora quello che gli altri pensano di quello che fai passa in secondo piano.

La soluzione? Porsi dei limiti

Una delle tecniche che mi aiuta a combattere la procrastinazione è quella di porre dei limiti temporali. Definisco un numero di ore entro cui un progetto deve essere ultimato. Lo so, è brutto da farsi ma è un esercizio molto utile. Provate!

La vera perfezione? L’autenticità

Quanto amo questa parola!

Sii consapevole che il grado massimo di perfezione risiede nell’essere sé stessi ed esprimersi con autenticità.

Se ci sono questi due requisiti, l’integrità e l’autenticità, ogni azione manifesta un alto grado di purezza e di perfezione, anche se oggettivamente resta perfettibile e migliorabile all’infinito. Se l’azione è autentica, è perfetta così com’è.

Io ci credo con tutta me stessa!
E voi? Come gestite l’ansia da perfezionismo?

Sarei molto felice di conoscere le vostre esperienze e consigli nei commenti!

Ah…dimenticavo…. i sabotatori… questa sera vi preparo l’articolo ?

Corinna Cighetti

Co-Founder @ Trasparenze ADV. Ricercatrice di strategie di crescita per il tuo e-commerce e il tuo brand. Studio, analizzo e condivido. Ecco perchè leggerai molti miei articoli. Empatica e appassionata, ho capito chi sono veramente quando mio figlio di 10 anni si è battuto in classe per la lealtà, la correttezza e la trasparenza. Ho tre cani che mi amano e non solo :-) Io e nick siamo una coppia super e sono fortunata ad averlo al mio fianco, nella vita e nel lavoro.