Ciao a tutti voi lettori!
Dietro consiglio di una persona che stimo molto, vi racconto come il Coronavirus ha cambiato la mia vita, il mio lavoro. E di sicuro anche i miei obbiettivi!
Ma partiamo dall’inizio.
Cosa è successo quel fatidico week end di febbraio?
Io e la mia famiglia abitiamo e lavoriamo a Milano, centro nevralgico dell’epidemia. E in quel fatidico week-end di febbraio in cui partì il lockdown, eravamo, come tutti i fine settimana, nella nostra piccola casetta in montagna.
Mi ricordo ancora il terrore nei miei occhi e in quelli di mio marito quando in pochi minuti dovevamo decidere del nostro prossimo futuro: della nostra famiglia e della nostra società, Trasparenze.
Ci dormimmo sopra e poi con la mente più lucida prendemmo la fatidica decisione: io e mio figlio di 6 anni saremmo rimasti in montagna per garantire a lui una libertà e una sicurezza che a Milano non avrebbe avuto, e mio marito invece sarebbe tornato a Milano per attivare lo smart working in modo da permettere ai nostri colleghi di continuare a lavorare e garantire ai nostri clienti, la nostra presenza, nonostante tutto.
Furono i 10 gg più duri dell’ultimo periodo, perché ero separata da mio marito con la paura che venisse contagiato e sola con mio figlio in un borghetto stupendo ma senza bar, negozi dove far la spesa e senza macchina.
L’importanza di un team
Meno male che c’era Trasparenze! L’amore per il lavoro, il nostro team ci ha tenuti tutti sempre uniti. Mai come in questo periodo ho sentito quanto è importante avere affianco persone valide, appassionate in quello che fanno e soprattutto generose e sensibili.
Ho ancora nel cuore quando in queste settimane, in un periodo di difficoltà, dove io e mio marito eravamo affogati in un progetto e non riuscivamo a sbloccare una questione legata alla nostra brand identity, alla nostra promozione. Il nostro team, nonostante fossimo fisicamente separati e con la paura che il nostro legame e quindi la nostra produttività fosse calante, ha preso l’iniziativa di continuare nell’attività senza di noi e ci presentarono il progetto terminato. E che progetto! Mi commuovo ancora oggi a pensarci!
Quale decisione abbiamo preso e perchè
Poi mio marito riuscì a raggiungerci e oggi, 22 giugno 2020 siamo ancora qui. Perché?
Perché abbiamo capito che esiste una risorsa fondamentale che tutti noi avevamo sottovalutato ed è DOVE LAVORI.
Avere un team eccezionale, fare un lavoro che ti appassiona, non basta più per noi!
Oggi abbiamo capito quanto soddisfare tutti i nostri sensi ha un potenziale creativo e rilassante, ci permettere di recuperare dallo stress lavorativo velocemente, costantemente, gratuitamente e naturalmente. È impagabile!
Essere circondati da distese di pini sempre verdi, assaporare la brezza del ghiacciaio limitrofe, ammirare i colori quasi fluo della natura, sentire costantemente il canto degli uccelli.. e poi silenzio.
Raccontavo ad una mia carissima amica ieri che mentre a milano era una continua rincorsa contro il tempo e anche quando uscivi dall’ufficio, correvi per portare tuo figlio alle attività sportive, oppure dall’amico, e poi a cena e poi magari lavoravi ancora.. e poi andavi a letto con ancora i battiti accellerati .. e la mattina la corsa riprendeva. E riuscivi a recuperare solo quando nei week-end venivamo qui in montagna.
Oggi invece, nonostante la giornata lavorativa sia sempre incalzante, lo fai con un umore diverso, e soprattutto quando smetti, sei qui in mezzo alla natura e basta inspirare profondamente una sola volta che tutti i ritmi si azzerano e la sera, seduti sotto una stellata da urlo con un bicchiere di vino è salutare per la mente, meno per il corpo, ma questo è un altro capitolo ☺
Cosa succederà?
Non lo so ma di sicuro non rinunceremo all’importanza di stare bene quando lavori, in tutti i sensi!